Il virus SARS CoV-2 e la malattia che provoca il COVID-19 ha provocato una condizione di sofferenza e stress sia nei singoli individui che nelle relazioni sociali.
Il rapporto medico paziente non è esente da questa condizione di disagio e malessere.
Anche la figura del Pediatra ha sofferto queste situazioni. In particolare è stata esautorata d’ufficio dal suo ruolo diagnostico e terapeutico nei confronti del bambino e della famiglia.
Per questo ho scritto questa lettera al Journal of Pediatric and Neonatal Individualized Medicine ( JPNIM) Official Journal UENPS, Rivista Internazionale open access ovvero dove tutti gli articoli scientifici sono a disposizione in tutto il mondo, di chi vuole leggerli. Ritengo che per la salute fisica e mentale dei bambini e delle famiglie e per permettere ai Pediatri di Famiglia di fare compiutamente il proprio lavoro, sia importante individuare nuovi mezzi di diagnosi precoce del COVID-19, meno invasivi e più sicuri. Prima ci deve essere il triage telefonico con la famiglia, poi l’anamnesi, la visita e quindi la scelta se fare o meno il tampone rinofaringeo. Avere degli indicatori di rischio, come quelli citati nella lettera alla voce 6 della bibliografia (basta copiarla ed inserire il nome si Google e si può leggere), ci consentirebbe di lavorare meglio con risultati più importanti per mantenere la salute dei nostri bambini.