Nella tradizione popolare l’alimentazione viene spesso chiamata in causa come responsabile di numerose malattie, in particolar modo nei bambini. Tuttavia, non tutte le reazioni agli alimenti che causano disturbi di salute sono di origine allergica.
Normalmente l’Accademia Europea di Allergia ed Immunologia Clinica (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) ha classificato le reazioni agli alimenti in:
1. tossiche: quando si ingeriscono sostanze nocive contenute negli alimenti (esempio intossicazioni alimentari da funghi, da batteri o da sostanze chimiche),
2. non tossiche: quando l’organismo risponde con dei sintomi clinici di malattia all’introduzione del cibo.
Le reazioni non tossiche sono le allergie alimentari, che sono provocate dalla reazione agli anticorpi o causate da cellule che provocano fenomeni di infiammazione, e le intolleranze alimentari che non sono legate alla presenza di anticorpi.
Quando si riesce a capire che assumendo un determinato alimento compaiono dei sintomi clinici, si parla di reazione avversa o particolare sensibilità verso quel determinato alimento. Il primo problema, per capire quanto sia difficile definire queste cause è che le reazioni ad un alimento sono diverse: dipende se questo è fresco o conservato, se assunto da solo o associato ad altri alimenti.
Reazioni avverse verso un alimento
Un bambino può manifestare disturbi come arrossamento attorno alla bocca o comparsa di un eczema, ovvero un’infiammazione della pelle con gonfiore, arrossamento ed intenso prurito, formazione di croste e desquamazione. Questo può avvenire, ad esempio, dopo aver mangiato delle noci fuori stagione e pertanto conservate in un sacchetto con sostanze chimiche per impedirne l’irrancidimento, mentre il bambino può non aver gli stessi problemi se mangia delle noci durante la stagione e queste vengono aperte e consumate, e quindi non sono trattate con conservanti e stabilizzanti.
Allo stesso modo un bambino allergico alla betulla può manifestare i sintomi di allergia mangiando mele o pere, o ciliegie, carote, patate, sedano, pur non essendo allergico agli alimenti ingeriti.
Capire quale sia il meccanismo che causa i disturbi permette di individuare se siamo di fronte ad una allergia oppure ad una intolleranza alimentare.
Di solito il medico definisce allergia alimentare una serie di sintomi associati chiaramente all’assunzione di un alimento, ovvero mangio il cibo, compaiono i sintomi e si riesce ad individuare una risposta immunologia dell’organismo, ovvero si riescono a dosare degli anticorpi, siano essi IgE, che sono gli anticorpi naturali dell’allergia, o di altra natura (IgG, IgA). Su questi la Scienza medica sta ancora discutendo sul loro reale ruolo e sulla loro importanza, visto che il loro compito di base è rispondere all’attacco dei virus e dei batteri.
Se invece la reazione immunologica non è definibile, ovvero il medico non riesce ad isolare anticorpi contro gli alimenti che si mangiano, si parla di intolleranza alimentare, e questa comprende le reazioni personali verso l’alimento chiamato in causa, le reazioni verso le sostanze tossiche o farmacologiche contenute negli alimenti. Le intolleranze alimentari sono dovute ad un disturbo della digestione o dell’assorbimento dei costituenti alimentari con impossibilità dell’organismo di digerire l’alimento a causa dello stile di vita (scarsa masticazione, errate combinazioni alimentari), da stati emotivi alterati, dall’assunzione di antibiotici. Reazioni avverse agli alimenti possono essere determinate dall’uso indiscriminato di insetticidi, diserbanti, fitofarmaci nella coltivazione di prodotti alimentari.
Agli alimenti vengono spesso addizionate sostanze (antiossidanti, conservanti, coloranti) dette additivi, che possono essere in causa sia nelle intolleranze che nelle allergie alimentari.